Il buzz marketing è una tipologia di marketing non convenzionale volta ad alimentare le conversazioni delle persone attorno a una marca, un prodotto o un servizio. Consente di raggiungere in breve tempo un gruppo di utenti realmente interessato all’impresa, sia che si tratti di un tema in particolare, sia della categoria di servizi da essa erogati.
Le news in circolazione sono di solito molto attese dagli appassionati del marchio, a tal punto da innescare il cosiddetto “buzz”, una parola onomatopeica che evoca subito il ronzio delle api, una sorta di rumore di fondo. I consumatori, infatti, si comportano come uno sciame: compatti, affiatati e orientati su un determinato obiettivo. Rispetto alle api, però, hanno pure la grandiosa capacità di parlare e riparlare. E possono farlo sia online che offline, tramite i social network, i forum e i blog di settore.
Più il target viene coinvolto, maggiore sarà il brusio. Il buzz prodotto da una massa di utenti ampia – ma omogenea per gusti – accresce notevolmente la visibilità e la notorietà del brand.
Pertanto, possiamo dire che il fine ultimo del buzz marketing è quello di aumentare il numero e il volume delle conversazioni attraverso l’intrattenimento e la diffusione di notizie di alta qualità. Quando si chiacchiera di qualcosa, sia in positivo che in negativo, è più facile generare il passaparola (word of mouth); ciò risulta determinante per la reputazione di un brand e la sua presenza sul mercato.
In sintesi: perché il buzz marketing è così utile?
- Perché aiuta le aziende a capire cosa pensa la gente del loro brand.
- Perché rileva, spesso in anticipo, i punti di forza, i punti di debolezza ed eventuali criticità dell’impresa.
- Perché percepisce il sentiment delle discussioni e individua i socialplace in cui si concentrano le attività di dialogo.
- Perché consente di attuare una strategia di intervento e una serie di azioni di marketing coerenti con gli obiettivi di business.