Caro Social Media Manager, cosa hai pubblicato?
Tutti commettiamo errori, è nella nostra natura. Ma a lavoro, come del resto nella vita, a nessuno piace farli. Poi, se si tratta del professionista che gestisce i profili social del brand, l’errore diventa subito di tutti, perché la sua voce è la voce dell’azienda.
Quali sono gli errori più diffusi per chi si occupa di Social Media marketing?
L’infografica realizzata da Quill ci mostra come riconoscere gli errori più comuni… e come evitarli. Dunque la soluzione al problema esiste: basta individuarla e metterla in pratica.
1) Essere troppo pieni di sé o troppo concentrati su di sé
Spesso ci dimentichiamo di “parlare con” le persone, non “alle persone”. C’è una grossa differenza. L’interazione è importante: se invadiamo la bacheca di prodotti in vendita, post autoreferenziali e link pubblicitari non otterremo mai il risultato sperato. La regola dell’80/20 è ottima per bilanciare i contenuti incentrati sull’attività e quelli in cui a “parlare” sono gli utenti. È un buon metodo per stimolare la conversazione, ascoltare le opinioni dei clienti e instaurare una relazione (80%). Lo spazio restante (20%) può essere dedicato al business aziendale.
2) Rimuovere un post
Ciò che è online rimane online. Non bisogna cancellare commenti o feedback negativi, ma rispondere sempre e in tempi brevi. Con tono assertivo, conviene motivare l’accaduto e risolvere le criticità (pure in privato, se necessario). Dalle situazioni complicate nascono anche le opportunità. Un consiglio? Definire una buona policy.
3) Hashtag e hashtag invadenti
L’hashtag è comodo dal punto di vista social, intelligente e spiritoso dal punto di vista emotivo. Ma un largo uso all’interno di un post, è controproducente. Gli hashtag invadenti dicono tutto e niente, allungano i contenuti e perdono il loro valore. Capita anche che sono #estremamentebellimalunghi. In questo caso, basta affidarsi al buon senso.
L’infografica proposta può chiarire molti dubbi e aiutare chi, come noi, cerca di sfuggire al nemico più temuto: l’errore.