“Niente nuove, buone nuove”, verrebbe da dire, se fossimo Mark Zuckerberg.
Nonostante, da più parti, venga dato per spacciato, Facebook si conferma il “re” dei social network, almeno secondo quanto riporta l’ultimo rapporto di ComScore.
ComScore, leader mondiale nella misurazione del mondo digitale, ha pubblicato di recente “The 2016 U.S. Cross-Platform Future in Focus”, il report che fornisce un quadro completo dei cambiamenti avvenuti nel comportamento dei consumatori cross-platform in settori quali la TV, i media digitali, il mobile, i social media, la pubblicità, la ricerca e l’e-commerce, indagando anche sugli effetti che queste tendenze comporteranno in futuro.
L’analisi condotta sui social media ha generato risultati interessanti e informazioni davvero preziose per le imprese e gli esperti.
Come già anticipato, il dato più interessante riguarda Facebook che, tra i social network rimane il leader indiscusso, in termini di audience ed engagement.
Il dato riguarda soprattutto i Millennials, cioè la generazione compresa tra i 18 e i 34 anni che, da quanto risulta, trascorre 2,5 volte di tempo in più su Facebook rispetto ad altre piattaforme.
Dopo Facebook, Snapchat conquista una posizione di rilievo, superando a sorpresa anche Instagram. Seguono a ruota Twitter e LinkedIn.
Snapchat è il più giovane e bizzarro social network, che coinvolge soprattutto una fascia d’utenza più giovane compresa tra i 18 e i 24 (46,8%) e tra i 25 e i 34 (29,2%) anni, che predilige la condivisione e visualizzazione di foto e video, specialmente tramite mobile. Negli ultimi due anni anche LinkedIn ha registrato un incremento tra i Millennials, maggiormente concentrati sullo sviluppo della propria carriera professionale.
Inoltre, dallo studio è emerso che gli utenti che navigano su Internet trascorrono 1 minuto su 5 del loro tempo sui social network, considerati strumenti di comunicazione digitale efficaci e immediati. Le applicazioni degli smartphone costituiscono il punto di accesso più importante per l’uso dei social media (61%); il desktop, invece, è inesorabilmente in declino (21%).