C’era una volta un campione: Muhammad Alì (1942-2016).

Il 3 giugno, si è spento all’età di 74 anni il più grande pugile di tutti i tempi, Cassius Clay detto Muhammad Alì.

In questi ultimi giorni il suo nome risuona ad ogni ticchettio dell’orologio: articoli di giornale, dediche, foto e video stanno circolando sul web in onore del recordman, dentro e fuori dal ring. Icona internazionale di agilità e potenza, figura carismatica e dirompente, Muhammad Alì iniziò ad allenarsi all’età di 12 anni intraprendendo una carriera lunga e singolare, che dieci anni dopo gli valse inaspettatamente il titolo mondiale dei pesi massimi contro lo storico campione in carica Sonny Liston (1964).

Oggi, lo ricordiamo per la sua grinta, visibile nella prontezza di riflessi e nella velocità con cui sferrava i colpi agli avversari, ma anche nelle sue parole vigorose e toccanti.

Impossibile è solo una parola pronunciata da piccoli uomini che trovano più facile vivere nel mondo che gli è stato dato, piuttosto che cercare di cambiarlo.

Impossibile non è un dato di fatto, è un’opinione.

Impossibile non è una regola, è una sfida.

Impossibile non è uguale per tutti.

Impossibile non è per sempre”.

In linea con questa filosofia di pensiero, la sua personalità profonda e risoluta figura nello spot pubblicitario Adidas “Impossible is Nothing” (2004), in cui tra i corridori troviamo anche Beckham e Zidane, altri modelli esemplari di passione e motivazione.

Personalità eclettica, e per certi aspetti anche controversa, Muhammad Alì aderì da giovane al movimento afroamericano Nation of Islam, difendendosi a pugni tesi contro qualsiasi tipo di pregiudizio razziale e ponendosi sempre in prima fila per la conquista dei diritti civili. Tutti questi fattori influirono sulla scelta di convertirsi all’Islam.

“Muhammad significa degno di lode, e Ali significa altissimo. Clay significa creta, polvere. Quando ho riflettuto su questo, ho capito tutto. Ci insegnano ad amare il bianco ed odiare il nero. Il colore nero significa essere tagliato fuori, ostracizzato. Il nero era male. Pensiamo a blackmail (ricatto). Hanno fatto l’angel cake (pane degli angeli) bianco e il devil’s food cake color cioccolato. Il brutto anatroccolo è nero. E poi c’è la magia nera… Quel che voglio dire è che nero è bello. Nel commercio il nero è meglio del rosso. Pensate al succo di mora: più nera è la mora, più dolce il succo. La terra grassa, fertile, è nera. Il nero non è male. I più grandi giocatori di baseball sono neri. I più grandi giocatori di football americano sono neri. I più grandi pugili sono neri”.

Autore di diversi best seller, è stato nominato “Sportivo del secolo” da Sports Illustrated e “Personalità sportiva del secolo” dalla BBC (British Broadcasting Corporation).

Michael J. Fox, unito a lui da un destino comune, ovvero il morbo di Parkinson, di recente ha rammentato le parole di conforto pronunciate dall’amico: “Mi dispiace che tu abbia questa malattia. Ma con te a combattere, abbiamo più probabilità di vincere.

E se nulla è impossibile, sperare è indispensabile.